ASCLEPIO
Esiodo e Pindaro ci hanno tramandato la storia di questo dio della
medicina, così famoso nell’antichità che gli stessi Romani Io adottarono e lo
venerarono sotto il nome di Esculapio. Sua madre tu Coronide, bellissima figlia
di Flegia, re della Tessaglia, e di Apollo. La leggenda narra che, avendo ella
sposato un mortale, fu trafitta da Apollo, portato a conoscenza dell’infedeltà
da una cornacchia. Ma nel momento in cui il corpo di Coronide cominciò a
consumarsi sulla pira funeraria, il dio, pieno di rimorso, strappò suo figlio,
ancora vivo, dal seno della madre e lo affidò a Chirone. Asclepio apprese da
questo saggio e sapiente centauro l’arte di trattare le erbe medicinali e,
dosandole e miscelandole, imparò a ricavarne dei medicamenti. Ben presto
acquisì una capacità tale che non solo gli riuscì di guarire gli ammalati, ma
addirittura di resuscitare i morti: in particolare Glauco, Tindaro ed Ippolito
debbono a lui di essere tornati in vita. Dietro le pressanti lamentele di Ade,
che temeva di dover chiudere le porte del suo regno per mancanza di sudditi”, e
di fronte al timore che l’ordine della natura potesse venir turbato da queste
guarigioni miracolose, Zeus un giorno folgorò il troppo zelante Asclepio. Per
vendicare la morte di suo tiglio, Apollo uccise i Ciclopi, gli artigiani che
forgiavano i fulmini di Zeus e, per punizione, venne condannato a un breve
esilio tra i mortali, sulla Terra.