Scoperto a Salamina il cenotafio di Aiace. UNA CAMPAGNA DI SCAVO A SALAMINA CONFERMEREBBE IL MITO OMERICO

Scoperto a Salamina il cenotafio di Aiace. UNA CAMPAGNA DI SCAVO A SALAMINA CONFERMEREBBE IL MITO OMERICO

Sabato 25 Luglio 2009 CULTURA Pagina 49 L'ARENA

ARCHEOLOGIA. UNA CAMPAGNA DI SCAVO A SALAMINA CONFERMEREBBE IL MITO OMERICO

Archeologi greci stanno riportando alla luce sull’isola di Salamina un grande monumento funebre che si crede in onore del mitico eroe Aiace Telamonio, ciò che confermerebbe definitivamente la storicità della Guerra di Troia cantata da Omero. «Al momento è un’ipotesi di lavoro, ma se al termine degli scavi avremo la conferma che si tratta del cenotafio di Aiace, ciò avrà conseguenze straordinarie», dice all’Ansa Yannos Lolos, l’archeologo che lavora da 15 anni sull’isola teatro della vittoria navale sui Persiani nel 480 a.C. Lolos riportò alla luce nel 2006, in località Kanakia, il Palazzo di Aiace, ultimo re di Salamina e la cui scomparsa a Troia contribuì probabilmente all’abbandono dell’isola. Il ritrovamento della reggia ha già rappresentato un passo fuori dal mito per la guerra di Troia, essendo uno dei rari casi in cui un edificio miceneo può essere attribuito a un eroe omerico. Il palazzo risulta infatti abbandonato posteriormente alla caduta di Troia, poco dopo il 1200 a.C, e le sue rovine si trovano nel luogo indicato dal geografo Strabone molti secoli dopo. Ma l’edificio non ha fornito conferme epigrafiche. Ciò che invece appare possibile ora nel caso di un più tardo Temenos (luogo di culto) individuato nei pressi della reggia.
«Quello che abbiamo rinvenuto, con la mia collega Christina Marabea, sulle pendici sud occidentali dell’Acropoli - spiega Lolos - è un tumulo circondato da mura che contiene una piattaforma cerimoniale che suggerisce un cenotafio», si suppone in onore di Aiace, in mancanza del suo corpo sepolto a Troia. Adiacente al cenotafio sta emergendo anche il Temenos il cui collegamento con l’eroe omerico è testimoniato da una tarda iscrizione proveniente dall’Acropoli di Atene che parla di un luogo di culto in onore di Aiace nei pressi dell’antica acropoli di Kychreia, l’attuale Kanakia.

Psiche.

Psiche.
Personificazione dell'Anima umana, accoppiata ad Eros (l'Amore), nel mito secondo Apuleio. — Era la più giovane delle tre figlie d'un re ignoto. La sua bellezza eccitò a tal segno la gelosia di Afrodite, che questa dea comandò ad Eros d'ispirarle un amore ardentissimo per un uomo volgare. Ma Eros (o Cupido) s'innamorò perdutamente di Psiche, e la fece portare da Zefiro in un luogo delizioso, dove la visitò ogni notte rimanendole sconosciuto e sempre lasciandola allo spuntar del giorno. Contrariamente al consiglio che il misterioso visitatore le andava ripetendo, Psiche volle sapere ad ogni costo chi egli fosse. Così una notte, mentre egli dormiva, gli si avvicinò munita di una lampada e lo vide bellissimo, mentre le gelose sorelle le avevano detto ch'era brutto e deforme. Eros, destatesi per una calda goccia d'olio cadutogli su di una spalla dalla lampada della curiosa, fuggì via e non tornò più. Allora cessò l'incanto, e il luogo delizioso divenne subitamente brullo e inospitale. Psiche si diede a ricercare dappertutto il suo divino amante. Disperata, si gettò in un fiume, e pervenne al palazzo di Afrodite, che non le permise di continuare le ricerche e la tenne presso di sé come una schiava, umiliandola continuamente in mille modi. Sarebbe morta fra le sofferenze, se Eros non l'avesse confortata pur rimanendole invisibile, e non avesse alfine ottenuto da Zeus che l'inimicizia della gelosa Afrodite avesse a cessare. Zeus finì coll'accogliere Psiche fra gl'immortali, e allora ella potè unirsi per sempre al suo amante divino.
Decio Cinti, Dizionario Mitologico, Sonzogno, Milano 1989