Psiche.

Psiche.
Personificazione dell'Anima umana, accoppiata ad Eros (l'Amore), nel mito secondo Apuleio. — Era la più giovane delle tre figlie d'un re ignoto. La sua bellezza eccitò a tal segno la gelosia di Afrodite, che questa dea comandò ad Eros d'ispirarle un amore ardentissimo per un uomo volgare. Ma Eros (o Cupido) s'innamorò perdutamente di Psiche, e la fece portare da Zefiro in un luogo delizioso, dove la visitò ogni notte rimanendole sconosciuto e sempre lasciandola allo spuntar del giorno. Contrariamente al consiglio che il misterioso visitatore le andava ripetendo, Psiche volle sapere ad ogni costo chi egli fosse. Così una notte, mentre egli dormiva, gli si avvicinò munita di una lampada e lo vide bellissimo, mentre le gelose sorelle le avevano detto ch'era brutto e deforme. Eros, destatesi per una calda goccia d'olio cadutogli su di una spalla dalla lampada della curiosa, fuggì via e non tornò più. Allora cessò l'incanto, e il luogo delizioso divenne subitamente brullo e inospitale. Psiche si diede a ricercare dappertutto il suo divino amante. Disperata, si gettò in un fiume, e pervenne al palazzo di Afrodite, che non le permise di continuare le ricerche e la tenne presso di sé come una schiava, umiliandola continuamente in mille modi. Sarebbe morta fra le sofferenze, se Eros non l'avesse confortata pur rimanendole invisibile, e non avesse alfine ottenuto da Zeus che l'inimicizia della gelosa Afrodite avesse a cessare. Zeus finì coll'accogliere Psiche fra gl'immortali, e allora ella potè unirsi per sempre al suo amante divino.
Decio Cinti, Dizionario Mitologico, Sonzogno, Milano 1989