Muse


Muse.

Le Muse, sono frequentemente raffigurati danzanti. In questa composizione, le
danzatotrici sono Tersicore, che governa il canto corale, Euterpe, la musa della lirica, Urania, musa dell'astronomia, e Erato, musa della poesia erotica.

The Cult of Pan in Ancient Greece

The Cult of Pan in Ancient Greece
Philippe Borgeaud; Kathleen Atlass e James Redfield
dal libro:

La storia generale di Pan rimane da scrivere, questo libro fa alcuna pretesa di colmare questa lacuna. Si ha la pretesa di esaminare le prime forme di cristallizzazione, la classica immagine di Pan, che è l'inizio della trasformazioni di Pan nella nostra storia culturale. Così facendo ha forse aperto la strada a ulteriori esplorazioni. Il libro cerca di affrontare il modo di comprensione dell'immagine di dio-capra, cioè i'ovvio. Chi è Pan? La risposta ovva: un dio pastorale, certamente, quasi a voler far emergere la caratteristica delle società pastorali, che incarna la solitudine del il pastore alle prese con la vitalità del mondo animale, con il immensità della natura e con la sua sessualità, anche garante di uno specifico tipo di equilibrio culturale e psichico, e quindi garantire la riproduzione delle greggi: come, a prima vista, è il duplice compito di Pan, che deve sostenere sia l'economia e ideologia. molto probabilmente questo è l'angolo da cui partire per capire la forma originaria del dio.
Tuttavia, dall'inizio del V secolo aC, cioè da il momento in cui inizia prima a comparire nelle nostre prove-Pan non può più essere limitato a questo contesto. L'Arcadia in quel momento è diventata una rappresentazione. Cosa fecero i greci, allora e in seguito, intendiamo con il pastorale come l'hanno immaginato? Questa domanda non può essere risolta dal pastore, dobbiamo guardare a chi lo guardava. Visti da Atene, Arcadia è venuto per essere un luogo che simboleggia sia le frontiere e le origini della vita civile. Dal punto di vista arcadico della città potrebbe essere in contrasto con ciò che non è stato, con (in termini junghiani) la sua Ombra; tali termini servono per esprimere la fragilità di ogni cultura, di ogni equilibrio, psicologico o sociale, se il movente è la paura di perdere questo equilibrio precario, o la gioia del suo recupero (dopo una crisi).
(...)

Nel Canto XVIII dell’Iliade

Nel Canto XVIII dell’Iliade, la dea Teti si spinge fino alla dimora di Efesto per chiedergli nuovi armi per il figlio Achille, che si appresta a vendicare la morte di Patroclo. Viene così accolta dal dio: "Augusta e potente è la dea che è entrata nella mia casa, lei mi salvò dolorante, quando caddi scagliato lontano dalla mia abominevole madre che voleva nascondermi perché ero zoppo; avrei sofferto dolori tremendi se non mi avessero accol-to nelle acque profonde Teti ed Eurinome, la figlia di Oceano che scorre in cerchio. Accanto a loro per nove anni forgiai molte opere belle, spille, bracciali ricurvi, orecchini e collane, nella grotta profonda: intorno scorreva l’onda infinita di Oceano, ribollendo di schiuma. Non lo sapeva nessuno, degli dei e degli uomini2. (vv.399 e 402).

Il nudo e il nudo eroico

Il nudo e il nudo eroico

Artisti greci hanno usato il nudo come un motivo. Ha scritto Kenneth Clark:

"(...) Di essere nudi è essere privati ​​dei nostri vestiti, e la parola implica alcune delle imbarazzo maggior parte di noi sente in questa condizione. La parola 'nuda,' d'altra parte, porta, nell'uso colto, non armonico disagio. L'immagine vaga proietta nella mente non è di un corpo rannicchiato e indifesa, ma di un corpo equilibrato, prospero e sicuro: il corpo ri-formata".

Mentre i Greci hanno impresso la loro la loro impronta sull modo di scolpire il corpo maschile nudo e indipendente. Ci sono molte ragioni per questo, non ultimo dei quali è che la nudità maschile era relativamente semplice e normale, mentre gli uomini si esercitavano nudi, per esempio. Inoltre, il nudo maschile è venuto a rappresentare un ideale, sia in bellezza e in virtù della condizione di indipendenza. L'abbigliamento dà a un corpo una dimensione sociale e personale, il radicamento in una cultura del luogo e del tempo, mentre il nudo in piedi l'esempio di un ideale universale. Il nudo eroico, naturalmente, si sviluppa a passi da gigante durante il Rinascimento, quando gli artisti si voltò a modelli classici e motivi. E 'stato elaborato soprattutto come un ideale da uno dei padri fondatori della storia dell'arte, Joachim Winckelmann, il cui approccio nel 18 ° secolo al nudo maschile classico diventa quasi idolatria.

Apollo all'interno del tempio.


Apollo all'interno del tempio.

Athens, Still Remains: The Photographs of Jean-Franois Bonhomme


Athens, Still Remains: The Photographs of Jean-Franois Bonhomme
Jacques Derrida

Atene, Still Remains è un commento esteso su una serie di fotografie contemporanee di Atene dal fotografo francese Jean-Franois Bonhomme. Ma nel commento mani di Derrida ha sempre un modo di svolgimento, o meglio, sviluppando in molte direzioni inaspettate e reciprocamente illuminanti. Pubblicato la prima volta in francese e greco nel 1996, Atene, Still Remains è l'analisi più sostenuta di Derrida del mezzo fotografico in relazione alla storia della filosofia e la sua riflessione più personale su quel mezzo. Subito analisi fotografiche, saggio filosofico, e la narrazione autobiografica, Atene, Still Remains presenta una originale teoria della fotografia e getta una luce interessante sulla vita di Derrida e di lavoro. Il libro inizia con una sorta di istantanea verbali o aforisma che tormenta l'intero libro: ci dobbiamo a morte. Leggendo questa frase attraverso fotografie Bonhomme di entrambe le rovine dell'antica Atene e scene contemporanea di una ancora viva Atene che è anche nel suo cammino verso la rovina e la morte, Derrida interroga una tradizione filosofica che va da Socrate a Heidegger, in cui l'uomo-e in particolare il filosofo-è pensato per dovere fino alla morte, a un certo pensiero di morte o di comportamento in relazione alla morte. La combinazione di speculazioni filosofiche sul lutto e sulla morte, evento e la ripetizione, e il tempo e la differenza con il commento incisivo su fotografie Bonhomme e una narrazione di Derrida del 1995 viaggio in Grecia, Atene, Still Remains è una delle opere più accessibili, personale, e lo spostamento di Derrida, senza essere , per tutto ciò che, meno filosofico. Come ci ricorda Derrida, la fotografia, una parola eminentemente greco-significa la scrittura della luce, e si riunisce oggi in un singolo fotogramma contemporaneo domande circa l'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica e molto più vecchio domande sulla relazione tra luce, la rivelazione e la verità in altre parole, una intera tradizione filosofica che venne alla luce, all'ombra dell'Acropoli.

Polygamy Prostitutes and Death: The Hellenistic Dynasties


Polygamy Prostitutes and Death: The Hellenistic Dynasties
Daniel Ogden


POLYGAMY, PROSTITUTES AND DEATH. THE HELLENISTIC DYNASTIES
CONTENTS
LIST OF ILLUSTRATIONS
ACKNOWLEDGEMENTS
ARGUMENT
Problems of polygamy and legitimacy
Further aspects of amphimetrism
Royal courtesans
Further aspects of evidence and presentation
Amphimetric disputes in the Greek world
Notes
Part I. POLYGAMY AND DEATH IN THE MACEDONIAN AND HELLENISTIC COURTS
1. ARGEAD MACEDON
The family of Alexander I
The family of Perdiccas II
The family of Archelaus
The family of Amyntas III
The family of Philip II
Alexander as a divine bastard
Notes
2. ALEXANDER
Notes
3. CASSANDER AND LYSIMACHUS
The family of Cassander
The family of Lysimachus
Notes
4. THE PTOLEMIES
Ptolemy as the bastard son of Philip
The family of Ptolemy I Soter
The family of Ptolemy II Philadelphus
The family of Ptolemy III Euergetes I
The family of Ptolemy IV Philopator
The family of Ptolemy V Epiphanes Eucharistos
The generation of Cleopatra II and Ptolemies VI and VIII
The family of Ptolemy VIII Euergetes II Tryphon (Physcon, Cacergetes)
The families of Ptolemies IX Philometor II Soter II Lathyrus and X Alexander I
The family of Ptolemy XII Neos Dionysos Philopator II Philadelphus II Auletes
The family of Cleopatra VII
Notes
5. THE SELEUCIDS
Seleucus I Nicator as a bastard
The family of Antiochus I Soter
The family of Antiochus II Theos
The family of Seleucus II Callinicus Pogon
The family of Antiochus III the Great
The families of Seleucus IV, Antiochus IV Epiphanes and Laodice
The family of Antiochus IV Epiphanes
The family of Demetrius I Soter
The family of Cleopatra Thea
Alexander Zabinas
The family of Antiochus VIII Grypus
The family of Antiochus IX Cyzicenus
The family of Antiochus X Eusebes
The last Seleucids
Notes
6. THE ANTIGONIDS
The origin of Antigonus I Monophthalmos
The family of Antigonus I Monophthalmos
The family of Demetrius I Poliorcetes
The family of Antigonus II Gonatas
The family of Demetrius II Aetolicus
The reign of Antigonus III Doson
The family of Philip V
The family of Perseus
Andriscus, the 'Pseudo-Philip'
Notes
7. THE ATTALIDS
Philetaerus
The family of Attalus I
The family of Eumenes II
Aristonicus and Attalus III
Notes
Part II. HELLENISTIC ROYAL COURTESANS
8. METHODOLOGY AND EVIDENCE
The major courtesans and the major courtesan-using kings
Some key sources
Notes
9. STATUS AND CAREER
Courtesans as wives, mothers and queens
The lifestyles of the royal courtesans
Careers
Ethnicity and origins
Names
Notes
10. COURTESANS AT WORK
Courtesans at work
Religious and public roles
Morality
Notes
Appendix 1. THE ACCOMMODATION OF THE ROYAL WIVES
Notes
Appendix 2. REPERTORIUM OF SOURCES FOR HELLENISTIC ROYAL COURTESANS
1. ARGEADS
2. PTOLEMIES
3. SELEUCIDS
4. ANTIGONIDS
5. ATTALIDS
Appendix 3. KING-LISTS
1. ARGEADS
2. CASSANDER
3. LYSIMACHUS
4. PTOLEMIES
5. SELEUCIDS
6. ANTIGONIDS
7. ATTALIDS
BIBLIOGRAPHY
Abbreviations: journals
Other abbreviations
Adams, W.L.
Babelon, E.
Berve, H.
Braund, D.
Carrata Thomes, F.
Dell, H.J.
Erskine, A.W.
Garoufalias, P.
Granier, F.
Hammond, N.G.L.
Henry, M.H.
Kahrstedt, U.
Leutsch, E.L., von and Schneidewin, F.G. (eds.)
Mago, U.
Momigliano, A.
Oikonomides, A.N.
Préaux, C.
Robins, G.
Schröder, B., Schrader, H. and Kolbe, W.
Tarn, W.W. and Griffith, G.T.
Volkmann, H.
Wilcken, U. (ed.)
INDEX
Achaemenids
Amytis/Mandane
Arrhidaeus, s. of Amyntas III
Cleopatra II
Eumenes II
Laodice (vi), w. of Antiochus the Son,Seleucus IV and Antiochus IV
Nysa, d. of Seleucus I, w. of Antiochus I (?)
Poseidippus
Stratonice, w. of Deiotarus

danza delle ninfe intorno a Pan al suono delle siringhe


danza delle ninfe intorno a Pan al suono delle siringhe.

Tesori archeologici sulle tracce del Vello

Tesori archeologici sulle tracce del Vello
CARLO ALBERTO BUCCI
MERCOLEDÌ, 02 NOVEMBRE 2011 La Repubblica - Roma

Capolavori d´oreficeria

Ai Mercati di Traiano dal 16 novembre 185 gioielli dal Museo nazionale di Tbilisi recuperati negli scavi dell´antica Colchide la mitica terra esplorata dagli Argonauti

Il mito di Giasone e dei suoi uomini imbarcati sulla Argo nel viaggio a caccia del Vello d´Oro, ha trovato una legittimazione dagli scavi eseguiti dal secolo scorso nella Colchide. Terra fertile e di miniere auree è la moderna Georgia, come testimoniano i corredi funerari delle tombe a tumulo ritrovati tra la riva del Mar Nero e il Caucaso. Collane d´oro del III millennio con motivi solari a spirale ("Ananauri"), bracciali del V secolo a. C. con teste di ariete e cinghiale, pendenti a forma di melograno e pannocchie, fino a fusioni d´importazione greca con satiri e Nike del II secolo: per la prima volta giungono in Italia 185 gioielli di straordinaria bellezza prestati dal Museo nazionale di Tblisi per la mostra che, organizzata dal Ministero della cultura e dall´ambasciata georgiana con Zètema, per la cura di Tiziana D´Acchille porterà i visitatori del Museo dei Fori imperiali sulle tracce degli Argonauti e alla ricerca del "Vello d´oro, antichi tesori della Georgia" (dal 16 novembre; catalogo Palombi con testi di Nino Lordkipanidze, Darejan Kacharava, Piero Spagnesi).
Dopo l´esposizione con i vestiti di Marina Ripa di Meana, o quella sulla scuola del design italiano del Novecento con lampade, divani ma anche wc e bidet, finalmente i Mercati di Traiano ospitano una mostra adeguata alla storia e alla destinazione museale del capolavoro architettonico di Apollodoro di Damasco gestito dal Comune. Ed è di vita quotidiana attraverso l´opera di eccezionali, anonimi, orefici del Caucaso, che ci parla la rassegna incentrata intorno a sei sezioni: dal pendaglio con il motivo della svastica di 5000 anni fa agli oggetti in oro legati al mito di Medea del II secolo dopo Cristo. Blindato nell´allestimento progettato da Francesco Stefanori e Andrea Pesce Delfino, c´è il tesoro di un popolo capace di inventare uno stile locale modellando il metallo più prezioso e lucente, per poi entrare in contatto e mischiare il proprio linguaggio formale con quello di altri artisti: i greci, i persiani e i nomadi della steppa.
Inserita nell´ambito della rassegna "Le vie della seta", la mostra ricostruisce un mondo zoomorfo attraverso il cervo sul fermacapelli in oro, con filigrana e granulazione, del IV secolo a.C., le tartarughe a fare da pendenti nella collana del secolo precedente o le coeve anatre e aquile in forma di placchette per adornare gli abiti della donne della Colchide. Preziosi per capire la storia di quelle terre citate da Erodoto, Strabone e Procopio sono anche le asce in bronzo rituali, le spille di una dea solare caucasica o gli scettri, emblemi di potere degli amministratori locali. E di bronzo è la minuscola (cm 13 x 9), grandissima testa di Pan: lascia davvero a bocca aperta vedere come l´artista, un greco, abbia modellato le guance e la faccia tutta del dio dei boschi per lasciare che attraverso le sue labbra spalancate e uscisse l´alito della vita e della natura.

Immortals - Trailer italiano HD



In uno scenario mitologico dominato da forze ancestrali, il titano Iperione setaccia la Grecia alla ricerca del leggendario Arco di Epiro, creato da Ares per liberare i Titani dalla prigionia degli Dei e annientare l'umanità. Una sacerdotessa di nome Fedra e un contadino scelto da Zeus per proteggere la patria, Teseo, si cimentano in un'avventura da cui dipenderanno le sorti del mondo.

Un giovane Dioniso


Un giovane Dioniso.

mito di Arianna e Teseo.

mito di Arianna e Teseo.
Il mito narra che Arianna si innamorò di Teseo quando egli giunse a Creta per uccidere il Minotauro nel labirinto. Arianna, tradendo la propria famiglia, lo aveva aiutato nell'impresa. Ella diede a Teseo un gomitolo di lana per poter segnare la strada percorsa nel labirinto e quindi uscirne agevolmente. Arianna, aveva ricevuto la promessa della felicità regale in Grecia. Fuggì con lui e con gli altri ateniesi verso Atene, ma Teseo la fece addormentare per poi abbandonarla sull'isola di Naxos (Νάξος) la più grande delle Cicladi. Arianna al risveglio vide la nave di Teseo e il suo dolore fu immenso, lei che durante la passione segreta gli aveva dato pure due figli. Il suo lamento è un grido che ci rivela i suoi pensieri nel vedersi così trattata da Teseo. Arianna voleva morire, ma, quando stava per abbandonare il suo corpo alle onde, dal cielo apparve Dioniso con il suo lieto seguito, convincendola che non tutto era perduto.

Poesia: Prendi il mio cuore e portalo lontano

Poesia: Prendi il mio cuore e portalo lontano

Prendi il mio cuore
e portalo lontano,
dove nessuno ci conosce,
dove il tempo non esiste ,
dove possiamo incontrarci,
senza etá e ricordi,
senza passato.
Con una luce che nasce all'orizzonte
e un domani sereno e silenzioso.
Prendi il mio sguardo
e portalo lontano,
dove possa vederti ogni giorno
e darti mille baci
e quindi' cento
e dartene altre mille
e quindi cento
quindi mille continui
e quindi cento.
Perché a me pare uguale agli dei,
chi siede a te vicino
e il dolce suono ascolta
mentre parli, e ridi ...amorosamente.
Subito a me il cuore si agita in petto
sol che appena ti veda,
e la voce non esce.
E la lingua si spezza.
Un fuoco sottile sale rapido alla pelle,
e gli occhi piú non vedono,
e rombano le orrecchie,
e tutto in sudore
e tremante com' erba patita scoloro.
E morte non pare lontana a me,
rapito di mente.

(SAFFO)

Menade in estasi davanti a Dioniso

                                                    Menade in estasi davanti a Dioniso

Artemide offre una libagione ad Apollo

                                                     Artemide offre una libagione ad Apollo

Furono i Ciclopi i primi extraterrestri

Corriere della Sera 19.07.2011
Furono i Ciclopi i primi extraterrestri
Eva Cantarella

Per i greci, gli extraterrestri non erano degli alieni: negli altri mondi, stelle e pianeti, abitavano gli dèi — essi pensavano— e questi erano diversi da loro solo perché immortali. Per tutto il resto erano identici, con vizi e virtù, debolezze e crudeltà... I veri alieni, per i greci, abitavano su questa terra: erano i Ciclopi, esseri immensi, dall’aspetto terrificante, come ben noto dotati di un solo enorme occhio (curiosamente ripreso per le mascotte dei giochi olimpici di Londra 2012, a sinistra nella foto). Ma la loro alienità non si limitava all’aspetto fisico. Né era legata alle loro abitudini alimentari: a prima vista si potrebbe pensare che erano alieni perché si cibavano di carne umana. Ma non era questo quel che li rendeva irriducibilmente diversi. La carne umana era riservata alle occasioni speciali. Di regola, mangiavano gli stessi cibi dei greci. Unica differenza: non conoscevano il pane. Troppo poco per farne degli alieni. A renderli tali era il fatto che non rispettavano le regole base della convivenza civile. Come dimostra il comportamento di Polifemo: chiusi nella sua caverna, i compagni di Ulisse lo scongiurano di non ucciderli, e lui che fa? Li divora. Ovviamente, ignora le norme fondamentali dell’ospitalità. Inoltre non rispetta gli dèi: noi Ciclopi, dice, non ci preoccupiamo di Zeus né dei numi beati, siamo più forti di loro. Ma l’elemento che confina inesorabilmente in un altro mondo lui e i suoi simili è il fatto che, come dice Omero, essi non hanno assemblee, non hanno leggi. È la mancanza delle istituzioni politiche (che in allora stanno nascendo) quel che rende i Ciclopi degli extraterrestri. E questo è quel che fa di loro i primi alieni della storia occidentale.

Educazione di Achille da parte del centauro Chirone

                                               Educazione di Achille da parte del centauro Chirone

Baccanti

                                                                        Baccanti

Cultura - La Mitologia Greca Cosmogonia e Cosmologia (scanagatta)

Cultura - La Mitologia Greca Cosmogonia e Cosmologia (scanagatta)

La Mitologia è l’insieme dei Miti e delle Tradizioni proprie di ogni forma di religione dei popoli primitivi. Infatti per ogni paese esiste una mitologia che è caratteristica e diversa anche se spesso si possono riscontrare assonanze o derivazioni. Fra le altre suggestive sono la mitologia egiziana, quella indiana, quella latina e quella greca.
Quest’ultima è particolarmente ricca di leggende poetiche che hanno influenzato quelle di tanti altri popoli ed in particolare dei Romani che sono addirittura arrivati ad identificare le loro divinità con altrettante figure sacre greche adottandone quindi la relativa mitologia. Per questo è interessante esaminare proprio della Mitologia Greca non solo gli Dei e gli Eroi, ma anche le relative pratiche religiose riferendosi al Pantheon che raccoglie tutte le divinità che in qualche modo sono state venerate nell’antichità condizionando spesso eroi, condottieri e popoli fondamentali per l’affermazione non solo dei loro poteri ma anche del modo di volersi far ricordare dai posteri. (...)

Ercole e Omphale

                                                            Ercole e Omphale

miti greci (1) : le origini: dal Caos alle Erinni



miti greci :
Le origini
secondo
la Teogonia
di Esiodo
(VIII-VII sec. a.C.)

immagini:
- Madre Terra (particolare dal bassorilievo dell'Ara Pacis)
- Carro dela Notte (vaso attico)
- Mutilazione di Urano (dipinto di G. Vasari)
- Erinni (cratere, IV sec. a.C.)

Ercole combatte con i centauri

                                                             Ercole combatte con i centauri

Tributo al Minotauro

                                                           Tributo al Minotauro

Phorbas trasporta Edipo fanciullo

                                                            Phorbas trasporta Edipo fanciullo

miti greci : Europa


Europa, era una giovane e bellissima principessa, figlia del re Agenore e di Telefassa sorella quindi di Cadmo, che viveva in Fenicia. Un giorno Zeus, dall'alto del Cielo, notò la bella principessa insieme alle sue ancelle sulla riva del mare, dove Europa amava bagnarsi e cogliere fiori. Zeus si innamorò subito di lei e per non intimorire le fanciulle assunse la forma di un toro bianco mettendosi a pascolare l'erba del prato. Le fanciulle, vedendolo calmo, lo presero ad accarezzarlo, addirittura Europa gli salì in groppa. Allora il toro spiccò un balzo e cominciò una lunga corsa, Europa era talmente spaventata che non aveva più voce per gridare, si teneva aggrappata forte al toro che dopo ore e ore di cammino arrivò nell'isola di Creta dove finalmente si tramutò in Zeus. Zeus dichiarò il suo amore ad Europa e fece scendere da Cielo le Ore, sue ancelle, e l'unione fu subito celebrata. Da Europa nacquero: Minosse, Radamanto e Sarpedonte.

miti greci : L'ariete dal vello d'oro



miti greci: L'ariete dal vello d'oro

immagini:
- mandria su anfora attica (550-540 a.C.)
- ariete d'oro (MGM Grand Casion, Macao)
- Atamante incontra Nefele
- testa di Ino o Leucotea (dal rilievo frontale del tempio A, Santuario di Pyrgi, VI sec. a.C.)
- Frisso fugge da Ino (anfora, V sec. a.C.)
- Frisso cerca di salvare Elle (affresco, Pompei, I sec. d.C.)
- Frisso sull'ariete dal vello d'oro (pelike ateniese, V sec. a.C.)
- Frisso alla corte di Eeta (?), (nestoris, 350-340 a.C.)
- Il drago custode del vello d'oro (vaso apulo, periodo tardo classico)
- Ino con Melicerte e Atamante impazzito inseguito dalle Erinni (A. Migliarini, 1801)
- Palemone, Leucotea e Tritone (mosaico, Villa romana del Casale, 320 d.C.)

Matrimonio di Pan

                                                                 Matrimonio di Pan

Intorno a Bacco si degusta la vita

La Stampa Tuttolibri 23.4.11
Intorno a Bacco si degusta la vita
Claudio Franzoni

Simposio Un rito stabile per secoli: bere vino puro, conversare, amare, divertirsi
Scena di banchetto su un cratere a figure rosse del IV sec. a. C.

Non è accaduto a caso che a volte, in passato, il termine greco symposion sia stato tradotto con «banchetto», come, ad esempio, nel film che Marco Ferreri trasse dal Simposio di Platone nel 1988; il fatto è che ci viene naturale ricondurre alla nostra esperienza ciò che incontriamo nel mondo antico, e dunque anche le occasioni conviviali, quasi che le forme del mangiare e del bere siano le stesse sempre e dappertutto.
Negli ultimi vent’anni la saggistica di ambito anglosassone e francese ci ha spiegato invece che il simposio antico non era per niente paragonabile ai conviti, pubblici o privati, del Medioevo e dell’età moderna, tanto meno a quelli del nostro tempo. Si inserisce in questo ambito di ricerca anche il libro che Maria Luisa Catoni dedica a questo tema, facendo il punto sugli studi precedenti e aprendo nuovi fronti di discussione.
Il simposio era, come dice il nome, una «bevuta assieme», le cui forme, forse apprese dai Fenici, divennero dopo l’età omerica un vero e proprio contrassegno dello stile di vita aristocratico in Grecia. Al di là delle possibili varianti, il meccanismo del simposio dovette restare stabile per secoli: gli ospiti si accomodavano in una sala apposita della casa, l’ andrón («sala degli uomini») - termine che basterebbe a illustrare la destinazione esclusivamente maschile della «bevuta» - e qui si sdraiavano sui letti (di solito sette), modalità ereditata da forme conviviali orientali. Al centro della stanza era posto il cratere, un grande recipiente per mescolare vino e acqua: l’assunzione moderata del vino diventa infatti uno dei punti chiave dell’etica simposiale. Dal cratere si attingeva per riempire le larghe coppe decorate di ciascun invitato. Si iniziava con una libagione e una preghiera, ci si lavava, ci si incoronava con edera: azioni che iscrivevano il simposio in un ambito sacro e che ne rimarcavano il carattere rituale.
Tutto questo e molti altri dettagli si scoprono appunto in Bere vino puro , grazie anche al corredo di oltre 150 illustrazioni tratte proprio da quei vasi a figure nere e a figure rosse che servivano per lo svolgimento dei simposi e che vennero prodotti in Attica tra VI e V secolo prima di Cristo. Ma il saggio non punta tanto a descrivere lo svolgimento del simposio, quanto a osservare in questo «microcontesto quello che avviene nello spazio più ampio della polis e del mondo greco».
Del resto l’obbiettivo del simposio non era solo quello di condividere il piacere del vino, ma quello di conversare, di discutere temi filosofici, di eseguire o ascoltare canti e brani poetici; c’era posto anche per gli incontri amorosi, ed eventualmente per divertimenti, per giochi, per la baldoria finale. Attraverso queste «bevute assieme» i gruppi aristocratici rinsaldavano i rapporti reciproci e riaffermavano la propria identità; nello spazio modesto dell’ andrón viene così rappresentata la complessità della dialettica politica e sociale: basterebbe leggere i vivaci paragrafi sugli invitati e sugli esclusi (che però a volte vengono ugualmente e ne approfittano).
Ripetutamente l’autrice cambia angolazione e ordine di domande, affrontando anche problemi di metodo; in particolare, a proposito dell’interpretazione iconografica, non nasconde anche nodi problematici, come quello dei percorsi commerciali dei vasi da simposio: come mai migliaia di essi finirono in Occidente, magari destinati a conviti non greci o addirittura a corredi funerari di area etrusca?
Uno dei cardini del lavoro è l’analisi comparata di poesia e iconografie; sin dall’età arcaica infatti la lirica greca usa il simposio quale argomento, come quando Alceo incita i compagni a brindare per la morte del tiranno Mirsilo o invita a colmare le coppe «fino all’orlo» (ma di «due parti di acqua e una di vino»); nello stesso arco
Una «ricostruzione» di Maria Luisa Catoni nella antica Grecia con l’analisi comparata di poesia e iconografie

Gli Dei dell'Olimpo - Parte 2 di 2



Luciano De Crescenzo ci presenta, col suo stile brillante, una carrellata fra gli Dei della mitologia classica.
Si tratta di una puntata della serie "ZEUS" trasmessa anni fa da RAI 1.
Mi scuso per la cattiva qualita' del filmato, e per la cattiva ricezione: il notevole valore del contenuto mi ha spinto ugualmente a condividerlo in rete.

Gli Dei dell'Olimpo - Parte 1 di 2





Luciano De Crescenzo ci presenta, col suo stile brillante, una carrellata fra gli Dei della mitologia classica.
Si tratta di una puntata della serie "ZEUS" trasmessa anni fa da RAI 1.
Mi scuso per la cattiva qualita' del filmato, e per la cattiva ricezione: il notevole valore del contenuto mi ha spinto ugualmente a condividerlo in rete.