Giunone

Giunone
Figlia di Saturno e di Rea, moglie di Giove. Era la più potente delle dee dell’Olimpo, soggetta al solo Giove. Insieme ad Apollo e Nettuno tentò una volta di sbalzano dal trono, ma non riuscì nell’intento e fu per un certo periodo incatenata e sospesa alla volta celeste. Nell’Iliade Giove le ricorda in tono di minaccia l’episodio durante uno dei litigi che frequentemente si accendevano fra i due sommi numi. Era di indole superba, gelosa e vendicativa. Durante la guerra troiana fu dalla parte dei Greci, perchè offesa dal giudizio di Paride che a lei, la grande dea signora dell’Olimpo, aveva preferito Venere e i suoi doni.

Giuramento

Giuramento
il giuramento in Omero è fatto in varie maniere, ma il più solenne e il più sicuro è quello sullo Stige, che è considerato il grande giuramento assolutamente inviolabile, che vincola anche gli dei stessi. Anzi questa forma di giuramento è quella tipica degli immortali.
Il giuramento accompagna in Omero le operazioni più solenni ed impegnative come la stipulazione di patti. Spesso in queste occasioni il giuramento è accompagnato da un sacrificio cruento agli dei chiamati a testimoni dal giurante. L’animale sacrificato in questa occasione non era consumato, come di consueto, dai presenti, ma sepolto o gettato in mare.

Cocchio

Cocchio
Carro da battaglia sul quale combattevano i principali guerrieri omerici e che era trainato da due cavalli. Al fondo della cassa di legno del carro era fissata una sala a due ruote assai alte. Sul davanti il cocchio era protetto da una spalliera che giungeva sino alle ginocchia dei guerrieri ed ai fianchi correvano analoghi ripari. In battaglia il carro era occupato da due guerrieri dei quali uno soltanto combatteva, mentre l’altro guidava i cavalli.

Calidonio

Calidonio
Cinghiale. Feroce animale di straordinarie dimensioni e di forza sovrumana, che Diana inviò ad infestare la regione intorno a Calidono, perchò adirata contro Eneo, re di quella città, che in un sacrificio a tutti gli dei aveva omesso di tributarle onore. Alla difficile e pericolosa caccia della terribile fiera parteciparono i più forti guerrieri di tutta la Grecia, quegli stessi che in gran parte troviamo ricordati fra gli Argoaauti. Infine dopo innumerevoli peripezie l’animale fu ucciso da Meleagro, uno dei figli di Eneo.

Caicante

Caicante
Figlio di Testore, celeberrimo indovino a cui, dice Omero, eran note le cose presenti, passate e future. Era l’indovino dell’esercito che al seguito di Agamennone andò ad assediare Troia. Numerose sono le suo profezie ricordate da Omero; celebre fra tutte quella sulla durata e sull’esito della guerra di Troia pronunciata in base ad un prodigio al momento della partenza dalla Grecia. Notissimo pure il suo intervento in Aulide che provocò il sacrificio di Ifigenia. Solenne è la presentazione della sua figura nell’assemblea dell’esercito greco con cui si apre l’Iliade, nella quale egli si alzò a rivelare il motivo della terribile pestilenza che infieriva nel campo greco: l’ira di Apollo.

Cadmo

Cadmo
Principe fenicio, fratello di Europa; venne in Grecia per ricercare la sorella rapita da Giove e si fermò nella Beozia, dove fondò la città di Tebe. Qui un drago colossale gli divorò tutti i compagni; Cadmo riuscì però ad ucciderlo dopo una lotta terribile e ne seminò i denti nel terreno. Da questi nacquero numerosi guerrieri tutti armati, che si azzuffarono fra di loro; solo cinque rimasero in vita. (Essi furono i compagni di Cadmo nella costruzione di Tebe. Il principe regnò felicemente per molti anni sinchè, presago delle sventure che attendevano la sua stirpe, andò volontariamente in esilio; finì i suoi giorni trasformato in drago. A lui è attribuita l’introduzione in Grecia dell’alfabeto.

Bellerofonte

Bellerofonte
Figlio di Glauco re di Corinto e nipote di Sisifo. Fu un valentissimo cavaliere e un intrepido combattente. Per ordine del re della Lidia Giobate, compì straordinarie imprese, prima fra tutte l’uccisione della Chimera, terribile mostro vomitante fuoco. Bellerofonte, grazie al cavallo alato Pegaso nato dal sangue di Medusa e da lui domato, aggredì il mostro dall’alto e lo colpì mortalmente colla lancia. Pegaso fu erò la sua rovina; difatti volle su di esso tentare la scalata all’Olimpo. Giove gli mandò contro un tafano che punse il focoso destriero. Pegaso si impennò e disarcionò lo sfortunato cavalière, che precipitò al suolo.
Il suo vero nome era Ipponoo, ma fu sempre designato col soprannome di Bellerofonte, per aver ucciso un corinzio di nome Bellero. Per questo delitto riparò in Argo presso il re Preto. Calunniato da Antea, figlia del re della Licia Giobate e moglie di Preto, fu inviato al re della Licia, latore egli stesso di una lettera che conteneva la richiesta di metterlo a morte. Giobate, per non macchiarsi del sangue di un ospite, gli affidò imprese quanto mai pericolose dalle quali era certo che non avrebbe fatto ritorno. Ma l’eroe superò ogni prova, prima fra tutte l’uccisione della Chimera, che Bellerofonte, grazie al cavallo alato Pegaso da lui domato aggredì dall’alto e colpì mortalmente colla lancia. A questo punto Giobate, persuaso che Bellerofonte aveva potuto superare simili prove solo perchè favorito dagli dei, cambiò radicalmente opinione e gli diede in moglie la figlia Filonoe. Così Bellerofonte regnò a lungo sui Lici, ma il cavallo Pegaso finì di provocare la sua rovina. Difatti l’eroe, insuperbitosi, volle tentare su di esso la scalata all’Olimpo. Giove gli mandò contro un tafano che punse il focoso destriero. Pegaso si impennò e disarcionò lo sfortunato cavaliere che precipitò al suolo. Questa la fine dell’eroe secondo la forma ultima del mito. Nell’Iliade si dice semplicemente che egli venne in odio agli dei e fu costretto ad andarsene errando solo, vecchio e triste nel campo Aleio privo di ogni conforto. Omero lo dice padre di Isandro, Ippoloco e Laodamia. Laodamia fu la madre di Sarpedonte; Ippoloco padre di Glauco.

Aiace

Aiace
Figlio di Oileo; re di Locri. Partecipò con quaranta navi alla guerra di Troia. Durante l’assedio fu uno dei più forti guerrieri greci e fece prodigi di valore insieme all’altro Aiace figlio di Telamone nella battaglia attorno alle navi durante l’assenza di Achille. Era abilissimo nel tirar d’arco e velocissimo nella corsa. Dopo la caduta della città nemica fece oltraggio a Cassandra nel tempio di Atena. che, irata, sommerse la sua flotta durante il ritorno. Egli stesso peri nel naufragio.
Figlio di Telamone, re di Salamina; fu dopo Achille il più forte dei guerrieri greci nella guerra di Troia. Egli fece prodigi di valore; neppure Ettore riuscì a vincerlo in battaglia. I due campioni lottarono con pari fortuna in -un accanito duello che fu interrotto dal sopraggiungere dell’oscurità. Dopo la morte di Achille, Aiace pretese che le armi del .Pelide passassero a lui, come al più forte dei Greci, ma nella votazione gli fu preferito Ulisse. Aiace si dolse talmente della cosa che impazzì e si trafisse colla spada avuta in dono da (Ettore dopo il duello famoso terminato senza vinto e senza vincitore. Tanta fu poi la sua acredine contro Ulisse, che non lo degnò di una parola, quando il Laerziade scese nell’Ade ad interrogare l’anima di Tiresia.

Agenore

Agenore
Troiano, figlio di Antenore, più volte ricordato nell’Iliade come uno dei più forti guerrieri. Mentre Achille inseguiva i Troiani in fuga verso la città, egli, vistasi tagliata la ritirata, non esitò ad affrontare il Pelide. Certamente sarebbe morto in questa occasione, se Apollo, presone l’aspetto, non avesse attratto su di sè l’assalto di Achille.

Afaridi

Afaridi
I due fratelli Ida e Linceo, figli di Afareo, famosi per la loro contesa con i Dioscuri, nella quale Ida uccise Castore e Polluce Linceo. Ida è pure ricordato come uno dei costruttori della nave Argo e Linceo, celebre per la sua vista acutissima, come il nocchiero della stessa nave durante il viaggio di ritorno degli Argonauti.

Afareo

Afareo
Uno dei più antichi eroi del Peloponneso che nel mito è detto figlio di Periere e fratello di Leucippo.
Afareo è noto sopratutto come padre di Ida e di Linceo, i famosi Afaridi che vennero a contesa con i Dioscuri.
Figlio di Caletore, guerriero greco ucciso in battaglia da Enea.

Aedo

Aedo
Omero presenta in diversi luoghi dell’Odissea ritratti di cantori che, durante i banchetti, rallegravano i convitati cantando sulla cetra imprese memorabili di dei e di eroi. Questi poeti cantori o aedi vivevano largendo i loro canti nelle varie corti e, la loro vita errabonda, sostava quando la munificenza di un signore li accoglieva e li tratteneva, così come è detto nell’Odissea per Femio e per Demodoco. La tradizione vuole che Omero stesso fosse un aedo.

Adrasto

Adrasto
Re di Argo; fu uno dei principi che parteciparono alla spedizione dei sette contro Tebe per sostenere i diritti di Polinice su quella città. Dalla guerra egli solo ritornò in patria e mise insieme un nuovo esercito che, dieci anni dopo, guidato dai figli degli eroi caduti nella prima spedizione, prese finalmente la città. Tutti questi principi noti col nome di Epigoni, uscirono salvi dalla guerra. Perì il solo Egialeo figlio di Adrasto, che ne morì di dolore.
—Troiano, ucciso in battaglia da Patroclo.

Admeto

Admeto
Figlio di Ferete, marito di Alcesti e padre di Eumelo; re di Fere in Tessaglia. Accolse nelle sue case Apollo, condannato per un anno a vivere come un comune mortale. Per ricompensarlo il dio ottenne dalla Morte la salvezza per lui, destinato a morir giovanissimo, a patto che un’altra persona fosse disposta a perire per lui. La moglie Alcesti si sacrificò per la salvezza del marito, ma Ercole, sopraggiunto, la strappò all’Ade. Admeto partecipò pure alla spedizione degli Argonauti e alla caccia del cinghiale calidonio

Acrisio

Acrisio
Discendente di Danao, re di Argo. Sua figlia Danae ebbe da Giove un figlio: Perseo che Acrisio, per sfuggire al destino vaticinatogli, fece rinchiudere con la madre in un’arca che ‘abbandonò in mare. I due giunsero tuttavia sani e salvi all’isola di Serifo delle Cicladi ed Acrisio morì poi, come l’oracolo gli aveva predetto, ucciso per un tragico errore, dal nipote Perseo.

Achille

Achille
Figlio di Peleo e di Teti; fu il più forte degli eroi greci andati ad assediare Troia. Si narra che la madre lo immergesse ancora bambino nelle acque dello Stige, che avevano la virtù di rendere invulnerabile. Senonchè Teti lo tenne sospeso per un tallone, che fu l’unica parte del suo corpo su cui potessero aver effetto i colpi nemici. Giovinetto fu affidato ai saggio centauro Chirone, che lo ammaestrò in ogni disciplina.
Il suo intervento alla guerra di Troia era considerato indispensabile dai Greci, ma Teti presaga del crudele destino del figlio, si affrettò a nasconderlo e ad avvolgerlo in vesti femminili. Le precauzioni della dea tuttavia riuscirono vane per la grande astuzia di Ulisse che seppe scoprire l’eroe e condurlo a Troia. Qui fu il più formidabile dei guerrieri; l’Iliade ò piena delle sue imprese, dalla sua ira impetuosa contro il re dei re Agamennone, alla sua astensione dalla battaglia, alla riconciliazione con l’Atride, al dolore senza fine per la morte dell’amico carissimo Patroclo, all’uccisione in duello di Ettore. Dopo tante imprese, dopo ineguagliabili prove di valore, morì sotto le mura di Troia, colpito al tallone, unica parte vulnerabile del suo corpo, da una freccia partita dall’arco di Paride.

Acheronte

Acheronte
Figlio del Sole e della Terra, fu mutate in fiume e sprofondato negli Inferi, per aver dato dell’acqua ai Titani in lotta con Giove. E’ il principale dei quattro fiumi infernali; nelle sue acque confluiscono il Cocito e il Flegetonte. Le acque dell’Acheronte (fiume degli affanni) sono amarissime, torbide, vorticose e hanno la proprietà di dissolvere ogni metallo. Era la corrente che le anime dovevano varcare sulla barca di Caronte, per giungere nelle regioni dei morti.

Acheloo

Acheloo
Fiume della Grecia che attraversa l’Etolia e l’Acarnania. il dio del fiume, figlio dell’Oceano e di Teti, era il promesso sposo di Deianira, figlia di Eneo re di Calidonia, per la quale lottò con Ercole che lo vinse nonostante le sue molteplici trasformazioni prima in uomo, poi in serpente e infine in toro. Durante la lotta un suo corno cadde sul terreno e le Ninfe Naiadi lo riempirono di fieri e di frutta. Di qui, seconde una versione del mito, ebbe origine il corno dell’abbondanza o cornucopia.

Miti greci - lettera A

Abante — Troiano, figlio di Euridamante; morì nella guerra di Troia per mano di Diomede.
Abanti — Popolazione dell’Eubea.
Abarbarea — Ninfa Naiade, ricordata da Omero come sposa di Bucolione e madre dei due gemelli Esepo e Pedaso, che morirono in combattimento davanti a Troia per mano di Eurialo.
Abido — Città della Troade sulla costa dell’Ellesponto.
Abbi — Popolo nomade che vivòva nelle regioni della Scizia. Omero lo dice il più giusto dei popoli.
Abiero Troiano ucciso in battaglia da Antiloco.
Acaba — Regione montuosa del Peloponneso settentrionale, la cui popolazione conservò, sino all’età storica, il nome omerico di Achei.
Acarnania — Regione della Grecia settentrionale sulla costa del mar Ionio, ad occidente dell’Etolia. I suoi abitanti non sono ricordati fra i popoli che parteciparono alla guerra di Troia.
Acasto — Signore di Dulichio, ricordato da Ulisse nel racconto delle sue immaginarie avventure fatte ad Eumeo.
Achei — Il nome con cui sono più frequentemente designati i. Greci in Omero.
Acheleo — Fiume della Lidia che nasce dal monte Sipilo.

(continua... )

Acamante

Acamante.
Troiano, figlio di Antenore, valoroso guerriero, che vendicò la morte del fratello Archiloco ucciso da Aiace, colpendo mortalmente Promaco. E’ ricordato pure come uno dei condottieri dardatni. Con ogni probabilità deve essere identificato con un .Acamante ucciso da Merione, mentre cercava di salire sul cocchio per sfuggire all’impeto di Patroclio.
— Figlio di Asio, seguì il padre alla guerra di Troia. E’ ricordato fra i guerrieri che, al seguito di Asio, si lanciarono cogli scudi levati contro il muraglione dei Greci e furono respinti dai due Lapiti Polipete e Leonteo.
— Figlio di Eusoro, condottiero dei Traci, alleati dei Troiani. Fu ucciso in combattimento da Aiace Telamonio. Era rinomato per la sua grande velocità.
— Figlio di Teseo e di Fedra, fratello di Demofoonte. Partecipò alla guerra di Troia e fu tra gli eroi greci che si rinchiusero nel ventre del famoso cavallo costruito da Epeo.