Urania Musa della scienza celeste

 Urania, Musa della scienza celeste,

ti sollevi al di sopra del cielo notturno.

Le stelle sono il tuo regno e la tua mente

si muove veloce tra i pianeti che ti svelano.


Studiosa e sapiente raschi il cielo profondo,

là dove gli occhi non possono mai arrivare.

Conosci ogni segreto dell'universo infinito 

e lo rendi accessibile alla nostra curiosità.



La tua saggezza guida le nostre menti verso l'alto

mostrandoci l'immenso sorriso delle sfere celesti. 

Così Urania, tu sei compagna degli astri luminosi

l'eterna principessa dell'Astronomia.


Musa Clio

 Musa Clio


la mia voce si fa notare

nell'aria fresca della sera

nel settembre notturno della solitudine

nel cui cielo è scoperto solo

nel cui mondo non esiste nessuno

e il mio verso è la tua musica

e il mio canto la tua voce

e il mio pensiero la tua mente

e il mio sogno la tua immaginazione

e il mio silenzio la tua quiete

e il mio sentimento la tua natura

e il mio giorno la tua notte

e il mio mondo la tua gente

e il mio sogno la tua idea

e il mio cibo la tua fame

e il mio sonno la tua quiete

e il mio sentimento la tua natura

e il mio giorno la tua notte

e il mio mondo la tua gente

e il mio sentimento la tua natura


Dea della Vittoria Nike

O Dea della Vittoria, Nike, 

equanima e alata,  

sei sempre al fianco degli Atleti, 

per ispirarli e incoraggiarli. 


Coni guidi le loro mani e i loro piedi

verso il traguardo luminoso, 

doni forza a superare ogni ostacolo, 

ali per volare più veloci di qualsiasi altro. 


La tua visione incrollabile di trionfo 

arde nei loro cuori frullanti, 

finché la gloria non sarà loro. 

O Nike, Dea dell'eccellenza e della conquista, 

la tua presenza dona ai mortali 

la forza per primeggiare su tutti.


Selene

La Dea della luna, Selene candida, 

 Lungo il cielo notturno brilla argentea. 

 L'oscurità della notte rischiara con il suo faro, 

Ritmicamente compiendo il cammino stellato. 


Silenziosa e solitaria, senza posa ella viaggia, 

Leggera quanto un velo è la sua veste lunare. 

Spesso si ferma a piangere le sue amanti mortali, 

Che attendono ancora gli abbracci del suo pallore. 


Misteriosa Signora dai poteri arcani, 

Selene incanta e seduce gli animi notturni. 

La sua luce placa le ombre e i sussurri del bosco, 

Fino a quando il Sole non accende il nuovo giorno. 


Così eternamente sopra le nostre teste scruta, 

Questa Dea bella quanto evanescente. 

Nel suo silenzio c'è la magia della notte, 

Che trasforma il mondo fino all'alba dorata.


Statuetta in avorio di un domatore di leoni scoperta a Delfi

P. AMANDRY

Statuetta in avorio di un domatore di leoni scoperta a Delfi

 Syria,  1944-1945 


Questa statuetta appartiene al tesoro scoperto nel 1939 sotto la Via Sacra (cf. BCH, lxiii, 1939, pp. 86-119); raffigura un personaggio maschile in piedi, che tiene con la mano destra una lancia appoggiata contro di sé e con la mano sinistra posa sulla testa di un piccolo leone eretto contro il suo fianco sinistro. La descrizione, basata su un'analisi dettagliata, ci orienta verso l'arte ionica (Efeso-Samos-Mileto), molto fortemente influenzata dall'Asia, soprattutto hittita, ma l'autore pensa anche all'arte lidia. I documenti più strettamente correlati sono gli avori di Efeso e le statuette di Samo. Per la data l'autore propone la seconda metà del VII secolo, senza nascondere che la cronologia dell'arte ionica arcaica è ancora molto incerta; il documento di Delfi rivela l'arte ionica in stato nascente, in via di liberarsi dall'ambiente orientale: lo spirito ionico si afferma già con il suo gusto per una vita potente e pacifica, la sua virtuosità tecnica nel trattamento dei dettagli. - Il tema è quello del maestro degli animali; il leone è del resto sottomesso e quasi fedele. L'autore colloca questo tema nella serie arcaica e, anziché collegarlo alla tradizione micenea, pensa a un'influenza asiatica diretta. Questo maestro degli animali potrebbe essere ad Apollo a Delfi. Conclude mostrando che se l'arte del continente greco, di Creta, persino di Rodi, è già nel VII secolo chiaramente ellenizzata, l'arte ionica dello stesso periodo è ancora ambigua e fortemente orientale.


Panatenee

Le Panatenee sono grandi feste in onore di Atena. Tutti i popoli dell'Attica vi partecipavano, secondo le vedute politiche di Teseo, al fine di abituarli a considerare Atene come la patria comune. Queste feste, nella loro semplicità e nella loro origine, duravano solo un giorno, ma in seguito la pompa aumentò e il termine si allungò. Furono istituite le grandi e le piccole Panatenne. Le grandi si celebravano ogni cinque anni, il 25 del mese di Hecatombaion, e le piccole ogni tre anni, o piuttosto ogni anno, il 20 del mese di Thargelion. Durante le feste venivano proposti premi per tre tipi di competizioni. La prima si svolgeva di sera e gli atleti portavano fiaccole, di solito era una gara di corsa a piedi, ma in seguito divenne una gara di corsa a cavallo. La seconda competizione era ginnica, cioè gli atleti combattevano nudi. La terza, istituita da Pericle, era dedicata alla poesia e alla musica. Anche i Romani le celebrarono a loro volta.


la sposa di Ade nella mitologia greca

la sposa di Ade nella mitologia greca

 

La sposa nell'Ade è una figura mitologica della mitologia greca che rappresenta la morte e la transizione verso l'aldilà. Secondo la leggenda, la sposa nell'Ade è Persefone, la figlia di Demetra, la dea della fertilità e dell'agricoltura.


La storia di Persefone inizia quando la giovane dea viene rapita da Ade, il dio degli inferi, mentre raccoglie fiori in un prato. Demetra, disperata per la scomparsa della figlia, inizia a cercarla ovunque, ma senza successo. Alla fine, grazie all'aiuto di Elios, il dio del sole, Demetra scopre che la figlia è stata rapita da Ade e si reca nell'Ade per chiedere la sua liberazione.


Ade, tuttavia, non vuole liberare Persefone e le offre un frutto magico, il melograno, che la giovane dea mangia. Questo atto la lega all'Ade e la rende sua sposa, obbligandola a trascorrere parte dell'anno nell'Ade e parte dell'anno sulla terra con la madre.


La storia della sposa nell'Ade rappresenta la transizione dalla vita alla morte e la ciclicità della natura. La figura di Persefone, divisa tra il mondo dei vivi e quello dei morti, simboleggia la dualità della vita e della morte e la necessità di accettare la transizione e il cambiamento.


Inoltre, la storia di Persefone rappresenta anche il potere degli dei e la loro capacità di influenzare la vita degli uomini. La figura di Ade, che rapisce Persefone e la rende sua sposa, rappresenta il potere della morte e la sua inevitabilità.


In sintesi, la figura della sposa nell'Ade rappresenta la morte e la transizione verso l'aldilà, ma anche la ciclicità della natura e la dualità della vita e della morte. La storia di Persefone ci invita a riflettere sulla nostra relazione con la morte e sulla necessità di accettare il cambiamento e la transizione.


Orfeo ed Euridice

Orfeo ed Euridice sono due personaggi della mitologia greca che hanno ispirato numerose opere d'arte e letterarie nel corso dei secoli. La loro storia d'amore è stata raccontata in molte versioni, ma la trama di base rimane la stessa.


Orfeo era un famoso musicista e poeta greco, noto per la sua abilità con la lira. Si innamorò di Euridice, una bellissima ninfa, e i due si sposarono felicemente. Tuttavia, poco dopo il loro matrimonio, Euridice morì improvvisamente, morsa da un serpente velenoso.


Orfeo era disperato per la perdita della sua amata e decise di scendere nell'Ade, il regno dei morti, per cercare di riportarla in vita. Con la sua musica, Orfeo riuscì a convincere Caronte, il traghettatore dei morti, a portarlo sull'altra sponda del fiume Stige, che separava il mondo dei vivi da quello dei morti.


Una volta nell'Ade, Orfeo incontrò il dio degli inferi, Ade, e la sua regina, Persefone. Con la sua musica, Orfeo riuscì a commuovere gli dei e a convincerli a restituire Euridice alla vita. Tuttavia, c'era una condizione: Orfeo doveva camminare davanti a Euridice e non guardarsi mai indietro finché non fossero tornati nel mondo dei vivi.


Orfeo accettò la condizione e iniziò a camminare davanti a Euridice, ma non riuscì a resistere alla tentazione di guardarsi indietro per vedere se la sua amata lo seguiva. Quando lo fece, Euridice scomparve immediatamente, condannata a rimanere nel regno dei morti per sempre.


Orfeo fu distrutto dal dolore e passò il resto della sua vita in solitudine, suonando la sua lira e cantando canzoni tristi sulla sua amata perduta. Alla fine, fu ucciso dalle donne traci, che non sopportavano la sua tristezza e il suo dolore.


La storia di Orfeo ed Euridice è stata raccontata in molte opere d'arte e letterarie, tra cui l'opera di Claudio Monteverdi "L'Orfeo" e il film di Jean Cocteau "Orfeo". La loro storia d'amore e la tragica fine hanno ispirato molti artisti e scrittori nel corso dei secoli, e la loro leggenda continua ad affascinare e commuovere le persone ancora oggi.


il dio Pan

Il dio Pan è una inizialmente venerato dagli abitanti dell'Arcadia, di natura e stile di vita arcadici. È principalmente una divinità associata all'allevamento degli animali e alla protezione dei pastori e dei cacciatori. Queste qualità sottolineano il suo rapporto con la musica (in quanto inventore della siringa pastorale), la sua attività di cacciatore, la sua solitudine erotica e la perversione che ciò causa, nonché il suo distacco dai comfort della vita urbana. Pan è una divinità libera e spiritosa, che abita le montagne, gode dei piaceri della vita, è allegro e rumoroso e un amante instancabile di ninfe, ragazzi e animali. È la personificazione della morale della campagna, una divinità agricola per eccellenza. Come i Satiri, i Sileni e i Centauri, Pan è una divinità ibrida, tra uomo e capra. Pan aveva un culto e santuari stabiliti. Durante il periodo classico, il suo culto si estese oltre l'Arcadia, fino ad Attica e ad altre regioni greche, e trovò la sua principale espressione nelle aree rurali delle città. L'epifania del dio al corridore Pheidippides fu la ragione per l'adozione del culto di Pan ad Atene durante il V secolo a.C. Più specificamente e secondo le fonti, il dio apparve a Pheidippides, che era stato inviato dagli ateniesi a Sparta per chiedere l'aiuto dei Lacedemoni nella lotta contro i Persiani. Pan, dopo aver espresso le sue lamentele perché gli ateniesi lo ignoravano, anche se l'aveva aiutati molte volte, promise di fornire assistenza nella battaglia di Maratona. La partecipazione di Pan alla battaglia portò all'esito vittorioso della guerra e alla fondazione del suo culto in Attica. Le festività annuali, le staffette con torce, i sacrifici in suo onore e la caverna di Pan sul pendio nord-ovest dell'Acropoli sono tutti tributi al dio Pan degli ateniesi per il suo contributo decisivo alla battaglia di Maratona. L'importanza del contributo del dio alla battaglia è anche evidente dal fatto che il generale Miltiade dedicò una statua a Pan per il suo aiuto nella battaglia contro i Medi. Da allora, il culto del dio fu incorporato nelle usanze religiose dei cittadini di Atene e si diffuse ampiamente. La fioritura quasi simultanea del suo culto, subito dopo le guerre persiane, è particolarmente impressionante e questo è evidente dalla moltitudine di grotte sparse in Attica dedicate al dio, come la grotta di Pan a Vari. Il culto stabilito e organizzato del dio nella caverna "Nympholiptou" è una prova irrefutabile del suo culto da parte dei cittadini del luogo, tutto in un ambiente determinato dalla catena montuosa dell'Imetto.


Durante il periodo ellenistico, il culto di Pan continuò ad espandersi, raggiungendo anche l'Egitto tolemaico e il mondo romano. Il suo culto venne attaccato  dalla diffusione del cristianesimo, la venerazione di Pan iniziò venne sempre repressa e alla fine del IV secolo d.C. il culto del dio era stato, ufficialmente, completamente soppresso.


Nonostante ciò, il personaggio di Pan è sopravvissuto nel folklore e nella cultura popolare europea, soprattutto grazie alle opere di letteratura come le Metamorfosi di Ovidio e le Egloghe di Virgilio. Il suo nome è stato utilizzato anche come termine per indicare il panico, una forte emozione di paura e terrore, poiché gli antichi credevano che il dio avrebbe causato un tale sentimento nei mortali che incrociavano il suo cammino.


Il culto di Pan  continua a essere fonte di ispirazione per artisti e scrittori di tutto il mondo. La sua figura incarna l'immagine dell'uomo libero, selvaggio e indipendente, che ha ispirato generazioni di persone a riscoprire il contatto con la natura e a trovare la propria libertà interiore.


Demetra

 Demetra, Dea del verde e della vita,

Regina dell'agricoltura e del grano,

Tu, madre fertile, generosa e ardita,

Nutri la terra col tuo dolce inganno.


Le messi d'oro danzano nel vento,

Le spighe ondulano in un mare dorato,

Il tuo amore, Demetra, è un dono lento,

Un balsamo gentile e consolato.


Il seme germoglia, la pianta cresce,

La vita fiorisce sotto il tuo sguardo,

E su terre feconde, il tuo volere esce,

In un ciclo eterno, mai scordato.


Nell'abbraccio di tua figlia, Persefone,

Ritrovi il calore e la gioia infinita,

O Dea dell'agricoltura e della fertilità,

Tu sei la forza che la terra invita.


Proserpina

 Proserpina

Non lontano dalle mura di Enna, tanto care a Cerere,

il lago Pergusa stende il suo canale sempre fresco.

Il Caistro non ha mai visto sui suoi argini

più cantanti alati inumidire le loro piume.

Un folto boschetto lo circonda con un sipario di foglie

che impedisce al sole di penetrare.

L'ombra dona al prato una freschezza più intensa:

un'eterna primavera fiorisce su questa sponda.


Mentre, giocando in questi piacevoli boschetti,

la graziosa Proserpina raccoglie mazzi di fiori,

e miete, gareggiando con le ninfe della sua età,

la violetta nata all'ombra del bosco,

Plutone la vede; premuto da un tormento d'amore,

vederla e rapirla non è per lui che un attimo.

La dea sbianca, trema, dispera;

chiama a gran voce le sue compagne, sua madre;

sua madre, ahimè! sua madre... e la mietitura dei gigli

che si nasconde nella sua veste sfugge dalle sue pieghe.

O candore della sua età! In questo orribile disordine,

una pena così leggera la trova ancora sensibile.

Il rapitore feroce, impaziente d'amore,

incita i suoi cavalli, li chiama uno per volta;

agitando le redini bagnate di schiuma;

attraverso sentieri di lava e di bitume,

già supera le pozze del lago di Palico,

e le rive dove il mare che attraversa Aretusa

chiude tra due porti le mura di Siracusa.






La presenza del dio Pan nella battaglia di Maratona

La presenza del dio Pan nella battaglia di Maratona


L'antica deme di Aixonides Halai fiorì sulle pendici sud-occidentali del monte Imetto, in Attica. L'ambiente geomorfologico e i resti architettonici antichi delineano il carattere rurale della deme e forniscono prove di un'economia prospera basata sull'agricoltura e sulla pesca. Un numero significativo di varie iscrizioni è stato trovato nelle aree semi-montuose della deme. Sono stati attribuiti principalmente ai pastori e la loro esistenza indica direttamente l'uso rurale del luogo. Sull’altopiano roccioso della collina di Faskomelia, sono state rilevate le incisioni rupestri di due figure. Le figure stanno in fila e sono state identificate con il dio Pan e un oplita. Pan è quello che precede, e l'oplitico quello che segue. L’ incisione risale alla prima metà del V secolo a.C. La rappresentazione di Pan insieme a un guerriero-oplita crea direttamente l'allusione che l'artista volesse rappresentare una scena della battaglia di Maratona, catturando il momento in cui l'esercito ateniese, in formazione di falange, si lancia contro i barbari.


Medusa

 Il mito di Medusa è uno dei più noti della mitologia greca. Medusa era una delle tre Gorgoni, creature mostruose con serpenti al posto dei capelli e la capacità di trasformare in pietra chiunque le guardasse negli occhi.


Secondo la leggenda, Medusa era una bellissima donna che venne sedotta dal dio del mare Poseidone in un tempio di Atena. La dea, offesa dal fatto che il tempio fosse stato profanato, trasformò Medusa e le sue sorelle in Gorgoni. Da quel momento in poi, Medusa divenne la più temuta delle tre, irradiando terrore ovunque andasse.


La storia di Medusa ha ispirato numerosi artisti e scrittori nel corso dei secoli. Nella letteratura greca classica, Medusa rappresenta un'immagine ambivalente di bellezza e orrore, simbolo della fragilità umana e della forza distruttiva della natura. È stata anche interpretata come un'immagine del patriarcato e dei demoni interni che ogni essere umano deve affrontare.


Una delle storie più conosciute coinvolge il mitico eroe Perseo, che venne inviato dal re Polidette a uccidere Medusa e portargli la testa come trofeo. A sua volta, Perseo cercò l'aiuto della dea Atena, che gli permise di usare uno specchio per guardare Medusa senza essere pietrificato. Il giovane eroe così colpì Medusa con la sua spada e tagliò la sua testa.


La testa di Medusa è diventata una delle armi più potenti del mondo immaginario greco. Si diceva che potesse pietrificare chiunque la guardasse negli occhi e che avesse poteri curativi capaci di guarire anche le malattie più gravi. La testa diventò parte degli oggetti magici di numerosi eroi come Perseo stesso, Ercole e Giasone.


Genealogia degli eroi della mitologia greca

 Genealogia degli eroi della mitologia greca


La mitologia greca è ricca di personaggi incredibili, dalle dee delle risa e della fertilità ai cavalieri alati. Tuttavia, ci sono alcuni eroi che si differenziano dagli altri per le loro imprese, la loro forza e il loro coraggio. In questo post, esploreremo la genealogia degli eroi della mitologia greca.


Iniziamo con Eracle, il più famoso di tutti gli eroi greci. Eracle era il figlio di Zeus e di Alcmene, una mortale. Era noto per la sua incredibile forza e le sue dodici fatiche, tra cui la cattura della testa di Medusa e la pulizia dei letti di Augeas. La sua morte è avvenuta in seguito alla sua moglie Deianira, consumando accidentalmente una pozione d'amore che lo avvelenò.


Achille, un altro eroe famoso, era il figlio di Teti, una ninfa del mare, e di Peleo, re di Ftia. Achille era noto per la sua velocità e forza. È considerato il più grande guerriero tra i greci nella guerra di Troia, dove fu ucciso dal suo muscente, il principe troiano Paride.


Perseo, un terzo eroe comune nella mitologia greca, era il figlio di Zeus e di Danae, una principessa mortale. Fu famoso per la sua vittoria sui mostri delle Gorgoni, tra cui la decapitazione di Medusa, che aveva la capacità di pietrificare chiunque guardasse i suoi occhi.


Giasone, figlio di Eson, re di Iolco, e di Alcimede, era noto per la sua avventura come capo degli Argonauti. Quest'ultimo era un gruppo di eroi che intraprese una missione per trovare il vello d'oro. Lui e il suo equipaggio sconfissero molti mostri durante la loro avventura.


Theseus, figlio di Egeo, re di Atene, e della regina Aethra, era noto per l'uccisione del Minotauro e per la creazione di uno stato unificato per i distretti circostanti di Atene. È stato anche un eroe nazionale nella raccolta delle prime sette città di Atene.


i serpenti nella mitologia greca

 I serpenti sono una figura comune nella mitologia greca e sono stati rappresentati in molte storie e miti nel corso dei secoli. Ecco alcuni dei miti più famosi che parlano dei serpenti nella mitologia greca:


Medusa: Medusa era una delle tre Gorgoni, creature mostruose con serpenti al posto dei capelli. Chiunque guardasse direttamente negli occhi di Medusa si sarebbe trasformato in pietra. Medusa fu uccisa dal semidio Perseo, che usò uno specchio riflettente per evitare il suo sguardo.


Asclepio: Asclepio era il dio greco della medicina e della guarigione. Era spesso rappresentato con un bastone intrecciato con un serpente, che divenne il simbolo della medicina moderna.


Cadmo: Cadmo era un eroe greco che uccise un serpente che infestava la città di Tebe. In seguito, la dea Atena gli ordinò di piantare i denti del serpente nel terreno, che si trasformarono in soldati armati.


Eracle: Eracle, noto anche come Ercole, dovette affrontare molte sfide durante la sua vita, tra cui la lotta contro il serpente Ladone, che proteggeva il giardino delle Esperidi.


Tifone: Tifone era un mostro gigante con serpenti al posto dei capelli. Fu sconfitto dagli dei dell'Olimpo, tra cui Zeus, che lo imprigionò sotto il monte Etna.


Laocoonte: Laocoonte era un sacerdote di Troia che cercò di avvertire i suoi concittadini del pericolo del cavallo di legno greco durante la guerra di Troia. Tuttavia, gli dei mandarono due serpenti per ucciderlo e impedirgli di parlare.


Echidna: Echidna era una creatura mostruosa con il corpo di un serpente e la testa di una donna. Era la madre di molti mostri della mitologia greca, tra cui la Chimera e il cane Cerbero.


Questi sono solo alcuni dei miti che parlano dei serpenti nella mitologia greca. I serpenti erano spesso associati alla morte, alla guarigione e alla saggezza.


la mitologia greca e il labirinto

la mitologia greca e il labirinto


Dedalo e Icaro: Dedalo era un architetto e inventore greco che costruì il labirinto per il re Minosse di Creta. Quando Dedalo e suo figlio Icaro furono imprigionati nel labirinto, Dedalo creò delle ali fatte di piume e cera per fuggire. Tuttavia, Icaro volò troppo vicino al sole e le ali si sciolsero, facendolo cadere in mare e annegare.


Teseo e il Minotauro: Il re Minosse di Creta aveva un figlio mostruoso chiamato Minotauro, che aveva il corpo di un uomo e la testa di un toro. Minosse imprigionò il Minotauro nel labirinto e ogni anno sacrificava sette giovani ateniesi per placare la sua rabbia. Teseo, principe di Atene, decise di uccidere il Minotauro e liberare la sua città dalla schiavitù. Con l'aiuto della principessa Arianna, Teseo entrò nel labirinto e uccise il Minotauro.


Arianna e Teseo: Dopo aver aiutato Teseo a uccidere il Minotauro, Arianna fuggì con lui da Creta. Tuttavia, durante il viaggio di ritorno, Teseo la abbandonò sull'isola di Nasso. Disperata, Arianna fu consolata dal dio Dioniso, che la sposò e la portò sull'Olimpo.


Perseo e il labirinto di Serifos: Perseo, il leggendario eroe greco, fu incaricato di uccidere Medusa, la gorgone con i capelli di serpente. Perseo ricevette aiuto dagli dei, tra cui Atena, che gli diede uno scudo riflettente per evitare lo sguardo di Medusa. Dopo aver ucciso Medusa, Perseo usò il labirinto di Serifos per sfuggire ai suoi nemici.


Orfeo e il labirinto dell'Ade: Orfeo era un famoso musicista e poeta greco che cercò di salvare la sua amata Euridice dall'Ade, il regno dei morti. Per raggiungere l'Ade, Orfeo dovette attraversare il labirinto che separava il mondo dei vivi da quello dei morti. Con la sua musica, Orfeo riuscì a convincere il dio degli inferi, Ade, a restituire Euridice alla vita.


il dio Apollo e gli scrittori

 il dio Apollo e gli scrittori


Il dio Apollo è stato citato in molti libri e opere letterarie nel corso dei secoli. Ecco alcuni degli scrittori e dei titoli dei loro libri in cui Apollo è menzionato:


Omero - "Iliade" e "Odissea" (Apollo è uno dei principali dei dell'Olimpo e appare in entrambe le opere)

Esiodo - "Teogonia" (Apollo è uno dei figli di Zeus e appare in questa opera)

Sofocle - "Edipo re" (Apollo è il dio della profezia e appare in questa tragedia greca)

Euripide - "Ifigenia in Aulide" e "Oreste" (Apollo appare in entrambe le opere come il dio della profezia)

Ovidio - "Le Metamorfosi" (Apollo appare in diverse storie, tra cui quella di Dafne e quella di Marsia)

Virgilio - "Le Bucoliche" e "Le Georgiche" (Apollo appare in entrambe le opere come il dio della poesia e della musica)

Dante Alighieri - "Divina Commedia" (Apollo appare nel Paradiso come il dio della poesia e della musica)

William Shakespeare - "Amleto" (Apollo viene menzionato come il dio del sole)

John Keats - "Ode a un'urna greca" (Apollo viene menzionato come il dio della poesia e della musica)

Rick Riordan - "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo" (Apollo appare come uno dei principali dei dell'Olimpo e uno dei personaggi principali della serie)


il dio Apollo e i pittori

 il dio Apollo e i pittori


Sandro Botticelli - "La nascita di Venere" (Apollo è raffigurato come il dio del sole che guida la carrozza attraverso il cielo)

Gian Lorenzo Bernini - "Apollo e Dafne" (scultura in marmo che rappresenta il momento in cui Apollo insegue Dafne, che viene trasformata in un albero di alloro)

Nicolas Poussin - "Apollo e le Muse" (rappresenta Apollo che suona la lira mentre le muse lo circondano)

Peter Paul Rubens - "Apollo e Marsia" (rappresenta il momento in cui Apollo sconfigge Marsia nella gara musicale)

Rembrandt van Rijn - "Apollo che suona la lira" (rappresenta Apollo che suona la lira mentre una figura femminile lo ascolta)

Gustave Moreau - "Apollo e le Grazie" (rappresenta Apollo che danza con le Grazie)

Odilon Redon - "Apollo's Chariot" (rappresenta Apollo che guida il suo carro attraverso il cielo)

Edward Burne-Jones - "Apollo e le Ore" (rappresenta Apollo che guida il suo carro attraverso il cielo, circondato dalle Ore)

Arnold Böcklin - "Apollo e le Muse" (rappresenta Apollo che suona la lira mentre le muse lo circondano)

Gustav Klimt - "Apollo e Dafne" (rappresenta il momento in cui Apollo insegue Dafne, che viene trasformata in un albero di alloro)


Euterpe e i suoi strumenti musicali

Euterpe è una delle nove Muse della mitologia greca, ed è la dea della musica e della poesia lirica. Il suo nome significa "colei che delizia" e si dice che abbia il potere di ispirare la creatività e la bellezza attraverso la musica.


Euterpe è spesso raffigurata con un aulos, un antico strumento musicale greco a fiato, che consiste in due tubi di legno uniti da una canna di giunco. L'aulos era uno strumento molto popolare nell'antica Grecia e veniva spesso utilizzato in occasioni religiose e cerimonie pubbliche.


Euterpe è anche associata al flauto e alla lira. Il flauto era un altro strumento musicale molto popolare nell'antica Grecia, ed era spesso utilizzato in occasioni festive e cerimonie religiose. La lira, invece, era uno strumento a corde pizzicate, simile alla moderna chitarra, ed era spesso utilizzata per accompagnare la poesia lirica.


Euterpe era considerata una musa molto importante nell'antica Grecia, e si diceva che la sua musica avesse il potere di ispirare la creatività e la bellezza. Si credeva che la sua presenza potesse portare armonia e pace, e che la sua musica potesse guarire le malattie dell'anima.


La figura di Euterpe è stata rappresentata in molte opere d'arte e letterarie, come ad esempio nel dipinto "Le nove Muse" di Johann Heinrich Füssli, dove è raffigurata con un aulos in mano. Inoltre, il poeta greco Pindaro ha scritto molte odi in onore di Euterpe, celebrando la sua bellezza e la sua musica.


In sintesi, Euterpe è una delle nove Muse della mitologia greca, ed è la dea della musica e della poesia lirica. I suoi strumenti musicali associati sono l'aulos, il flauto e la lira, che erano molto popolari nell'antica Grecia. La sua presenza era considerata fonte di ispirazione e di bellezza, e la sua musica aveva il potere di guarire le malattie dell'anima.


dei e dee e gli strumenti musicali

 Eccoti un elenco delle divinità della mitologia greca e dei loro strumenti musicali associati:


Apollo - Lira, cetra, aulos (flauto doppio), cimbalo, tromba.


Dioniso - Tamburello, crotali, aulos, lira, cetra.


Euterpe - Aulos, flauto, lira.


Erato - Lira, cetra.


Terpsicore - Lira, cetra.


Calliope - Lira, cetra.


Melpomene - Lira, cetra.


Thalia - Lira, cetra.


Polyhymnia - Lira, cetra.


Urania - Lira, cetra.


Pan - Flauto di Pan.


Hermes - Lira, cetra.


Demetra - Sistro (strumento a percussione).


Orfeo - Lira.


Sileno - Aulos.


Nettuno - Tritone (strumento a tre punte).


Afrodite - Cetra.


Atena - Aulos.


Zeus - Cimbalo.


Eros - Lira.


Questi sono solo alcuni esempi di divinità della mitologia greca e dei loro strumenti musicali associati. La musica era un elemento importante nella cultura greca antica e molte divinità erano associate a strumenti musicali specifici.


la Fonte di Mnemosyne e gli scrittori

 alcuni autori che hanno citato la Fonte di Mnemosyne nelle loro opere:


John Milton - Il poeta inglese fa riferimento alla Fonte di Mnemosyne nel suo poema epico "Il Paradiso Perduto", descrivendola come un luogo di ispirazione divina.


Ovidio - L'autore romano menziona la Fonte di Mnemosyne nella sua opera "Le Metamorfosi", descrivendola come una fonte sacra che conferisce memoria e ispirazione.


Pindaro - Il poeta greco antico fa riferimento alla Fonte di Mnemosyne nella sua poesia, descrivendola come una fonte sacra che conferisce ispirazione e creatività.


Esiodo - L'autore greco antico menziona la Fonte di Mnemosyne nella sua opera "Teogonia", descrivendola come una fonte sacra che conferisce memoria e conoscenza.


Plutarco - L'autore greco antico fa riferimento alla Fonte di Mnemosyne nella sua opera "De Defectu Oraculorum", descrivendola come una fonte sacra che conferisce ispirazione e conoscenza.


Friedrich Nietzsche - Il filosofo tedesco menziona la Fonte di Mnemosyne nella sua opera "Così parlò Zarathustra", descrivendola come una fonte sacra che conferisce ispirazione e creatività.


Virginia Woolf - L'autrice inglese fa riferimento alla Fonte di Mnemosyne nel suo romanzo "Mrs. Dalloway", descrivendola come un luogo di ispirazione e di memoria.


Questi sono solo alcuni degli autori che hanno citato la Fonte di Mnemosyne nelle loro opere. 


il Monte Etna

 Il Monte Etna è una montagna attiva situata sulla costa orientale della Sicilia, ed è stata una presenza importante nella mitologia greca. Secondo la leggenda, il Monte Etna era considerato la dimora del dio del fuoco, Efesto, che era noto per la sua abilità nella lavorazione dei metalli e nella creazione di armi per gli dei dell'Olimpo.


Efesto era spesso rappresentato come un dio zoppo, poiché aveva una gamba più corta dell'altra a causa della sua caduta dal cielo. Si diceva che Efesto avesse costruito la sua fucina all'interno del Monte Etna, dove lavorava alacremente per creare armi e strumenti per gli dei.


Inoltre, il Monte Etna era associato alla dea della natura, Demetra, e alla dea della fertilità, Persefone. Si diceva che Demetra avesse creato il vulcano come un simbolo della sua rabbia per la perdita della sua figlia, Persefone, che era stata rapita dal dio degli inferi, Ade.


Il Monte Etna era anche considerato un luogo sacro, dove gli antichi greci si recavano per pregare e offrire sacrifici agli dei. Si credeva che il vulcano fosse un portale tra il mondo degli dei e quello degli uomini, e che le eruzioni fossero il risultato della collera degli dei.