Glauco

Glauco 
Nella mitologia vari personaggi portano questo nome. 
1) figlio di Sisifo e di Merope. 
Sposò Eurimeda, da cui ebbe Bellerofonte. Salì al trono di Efira dopo la morte del padre, partecipò alla corsa delle quadrighe durante i giochi funebri in onore di Pelia e fu battuto da Iolao. Dopo tale gara fu divorato dalle sue giumente, rese pazze da Afrodite o forse da un’acqua che avevano bevuto. 
 2) figlio di Minosse e di Pasifae. 
Da piccolo si perse nel Labirinto, fatto costruire dal padre, e non fu più ritrovato. Il padre allora chiese consigli a un oracolo, che gli vaticinò il ritrovamento del figlio per mezzo dell’uomo che meglio di chiunque altro avesse saputo descrivere una mucca nata nel suo regno, il cui manto cambiava tre volte di colore nel corso della giornata. L’enigma fu risolto dal saggio Poliido, il quale paragonò la vacca ad una mora, che dapprima è bianca, poi è rossa e quando è matura diviene nera. Minosse incaricò Poliido di ritrovare il figlio, ma questi era caduto in una giara di miele ed era morto. Si avvicinò al cadavere del piccolo un serpente, che Poliido subito uccise, poi se ne presentò un altro che, visto il suo compagno morto, lo strofinò con un’erba magica che lo resuscitò. Poliido si impadronì di quell’erba e la sfregò sul corpo di Glauco, che subito riprese a respirare. 
3) figlio di Antenore e di Teano. 
Fu scacciato dal padre per aver aiutato Paride a rapire Elena. Durante la guerra provocata da tale atto, combattè contro i Greci e, secondo una versione, fu ucciso da Agamennone; altri sostengono che fu salvato da Ulisse e Menelao, i quali in tal modo ringraziarono Antenore che precedentemente li aveva ospitali. 
4) pronipote del figlio di Sisifo, figlio di Ippoloco. 
Combattè a fianco dei Troiani con il cugino Sarpedonte distinguendosi per l’abilità e il coraggio. Durante un combattimento Glauco si trovò davanti Diomede, la cui famiglia era legata a quella di Glauco da vincoli di amicizia. Per questo motivo non si batterono e si scambiarono le armi: Glauco offrì la sua armatura d’oro a Diomede e questi gli cedette la sua di bronzo. 
5) figlio di Poseidone; 
per aver mangiato un’erba miracolosa ottenne l’immortalità e si mutò in dio del mare. Partecipò alla spedizione degli Argonauti, cercò di rapire Arianna, abbandonata da Teseo a Nasso, amò invano Scilla e, per aver respinto Circe, fu da lei mutato in mostro marino. 

Virgilio gli attribuisce la paternità della Sibilla Cumana.