Il tempo lungo ed incalcolabile

Il tempo, lungo ed incalcolabile, tutto
l’invisibile porta alla luce e nasconde ciò che è chiaro;
non c’è niente di inatteso, ma vacilla
anche il giuramento più solenne e l’animo più saldo.
Ed io che un tempo tenni duro nei pericoli,
come il ferro nella tempra, ora mi sono addolcito
alle parole di questa donna; ho pietà di lei,
di lasciare in mezzo ai nemici lei senza un uomo e mio figlio orfano.
Ma ora andrò verso i lavacri ed i prati del lido,
per purificare la mia sozzura
e sottrarmi alla grave ira della dea;
e giunto  in un luogo intatto da vestigia umane,
seppellirò questa mia spada, la più odiosa delle armi,
dopo nessuno la vedrà più, scavata la terra;
ma la custodiscano nel profondo la notte e Ade.
Infatti, da quando io l’ebbi in mano,
dono di Ettore, il mio più terribile nemico,
non ebbi più bene da parte degli Achei.
È vero il proverbio dei mortali,
che i doni dei nemici sono doni funesti.
Perciò, in futuro, sapremo cedere agli dèi
e impareremo ad onorare gli Atridi.
Comandano; e dunque bisogna piegarsi.

Sofocle, Aiace, vv. 646-668