L'avvento delle narrazioni pittoriche nel settimo secolo

 GAIA. Revue interdisciplinaire sur la Grèce ancienne  Année 2017  

Fait partie d'un numéro thématique : Toucher le corps dans l'Antiquité


GAIA. Rivista interdisciplinare sulla Grecia antica Anno 2017

Fa parte di un numero tematico: Toccare il corpo nell'Antichità.


scheda di riassunto dell’articolo:


L'avvento delle narrazioni pittoriche nel settimo secolo.

L’autore dimostra come gli artisti greci nel VII secolo a.C. inventino nuovi processi che permettono loro di raccontare storie, mentre nel periodo precedente, il cosiddetto periodo geometrico, non era possibile la narrazione attraverso le immagini. Lo studio riguarda due casi, entrambi riguardanti la relazione tra Omero e il suo contesto: come un'unica ampolla, l'anfora in rilievo di Mykonos sul collo della quale è molto chiaramente rappresentato un cavallo con le ruote, racconta la caduta di Troia; nei fregi della stessa ampolla, nessuna immagine permette l'identificazione dei personaggi per nome: sono troiani anonimi, uomini che vengono uccisi, donne minacciate con un'arma, bambini crudelmente giustiziati. Il punto di vista adottato sembra essere quello del popolo sconfitto, che potrebbe essere giustificato in un contesto cicladico. La seconda parte dell'articolo discute una serie di anfore che raffigurano la cecità di Polifemo; diversi dettagli differiscono dalle versioni conosciute delle fiabe: in molte delle anfore il Ciclope è mostrato mentre beve (naturalmente, il vino usato da Odisseo per farlo ubriacare e poi addormentare); viene utilizzata una grande stecca di legno d'olivo invece di una spilla. Una terza parte amplia la questione della relazione tra racconto, epica e immagini.